GESTIONE E SALVAGUARDIA DEI CAVALLI SELVAGGI NEL MONDO
RIMOZIONE O REWILDING?
di Elena Bajona
Questa domanda mi ha martellato in testa per un lungo periodo: come mai negli Stati Uniti i cavalli selvaggi vengono rimossi e in Europa invece sono stati reintrodotti in natura e fanno parte di alcuni importanti progetti di rewilding? (Rewilding è il processo che ha l’obiettivo di proteggere un ambiente e ripristinare il suo stato naturale che può includere anche la reintroduzione di animali selvatici).
Dopo aver studiato i cavalli in natura per molti anni ho avuto anche la possibilità di essere partecipe ai round up che avvengono in continuazione negli Stati Uniti. Da allora decisi improvvisamente di rendermi utile e cambiare la mia vita di conseguenza; invece di aiutare le persone con i cavalli sono scesa in campo per aiutare i cavalli selvaggi. Volevo dare il mio contributo per salvarli dal loro incerto destino.
Lavorando presso alcuni importanti progetti di conservazione e salvaguardia dei cavalli selvaggi negli Stati Uniti ho visto quanto sia dura la vita per loro. I cavalli selvaggi negli Stati Uniti stanno lottando per sopravvivere e ancora oggi migliaia e migliaia di loro vengono rastrellati ogni anno. Vengono catturati e tenuti per un periodo lunghissimo in strutture preposte, come prigionieri innocenti.
(Guarda il video della mia visita ai BLM Wild Horse Corrals del 2019)
Ho visto e vissuto personalmente la difficile situazione. Tantissime organizzazioni, no profit e private, mettono in atto molti sforzi per salvare il maggior numero possibile di cavalli e dare loro nuovamente la libertà (o qualcosa di simile alla vera libertà). Salvarli dalle strutture di prigionia del BLM, ricostruire le loro famiglie e ridare loro una vita dignitosa non è un compito facile. La cosa più importante e delicata, a mio avviso, è prendersi cura di loro dopo che hanno perso la libertà. Questa è una grandissima responsabilità. Non è facile vedere questi animali altamente sociali perdere il loro Spirito e vivere in aree confinate condizionati alla somministrazione quotidiana del cibo. Dopo aver osservato e studiato la loro vita in libertà ciò mi ha spezzato il cuore.
I cavalli selvaggi come fauna parte di un ecosistema
Tutto ciò sta accadendo negli Stati Uniti da molto tempo, mentre in Europa si stanno facendo grandi sforzi per reintrodurre i cavalli allo stato selvaggio. Perché?
Perché non è possibile considerare i cavalli a livello globale come parte degli ecosistemi e gestirli come animali selvatici che svolgono un ruolo importante?
Dobbiamo arrivare al punto in cui reintrodurre in natura i cavalli selvaggi negli Stati Uniti sarà una necessità?
Rewilding è un processo, che combina sia cambiamenti (epi) genetici che culturali e soprattutto richiede molto tempo! Dobbiamo stare molto attenti a eliminare gli animali che vivono selvaggi. Interferire con la natura porta sempre più problemi che un aiuto reale.
I cavalli selvaggi hanno sempre svolto un ruolo importante negli ecosistemi, soprattutto nelle praterie e nelle foreste semiaperte. Rimuovere o ridurre drasticamente il numero di attori chiave in un ecosistema, come gli esseri umani hanno fatto sin dal tardo Pleistocene, si traduce, attraverso cascate trofiche, in una riduzione della biodiversità.
I cavalli sono erbivori e il pascolo naturale di grandi erbivori può mantenere o ripristinare processi naturali, come le inondazioni e gli incendi naturali, e la biodiversità originale può riapparire. Insieme ad altri mega-erbivori possono rivitalizzare il processo naturale del pacoloare, del brucare e dello scortecciamento. Allo stesso tempo vengono ripristinati anche processi naturali come sguazzare, calpestare, trasportare i semi. Mentre pascolano e camminano mescolano terreno, letame e materiale vegetale morto, stimolando il riciclaggio dei nutrienti. Nel loro mantello, i semi vengono trasportati e la loro preferenza per radici e bulbi di canne, erbe e carici consente alle erbe di colonizzare la zona. In molti di questi aspetti, i cavalli sono piuttosto unici e si integrano molto bene con altri grandi erbivori.
I cavalli non sono ruminanti, come i bovini, e hanno difficoltà a digerire la cellulosa. Preferiscono pascolare su prati corti appena coltivati, sui quali le cellule di cellulosa non si sono completamente sviluppate. Traggono vantaggio dalla ricrescita proteica di erbe già brucate da altri erbivori, creando così i tipici pascoli corti dei cavalli. Ecco perché è molto importante, secondo me, considerare e valutare le interazioni tra specie sullo stesso territorio. Abitudini e strategie di alimentazione diverse generalmente portano a specie che utilizzano biotopi diversi. A volte questo porta alla competizione per le stesse risorse, ma di solito c’è interazione, dove una specie crea le circostanze giuste per un’ altra. Ad esempio, bisonti o bovini pascolano su erbe più lunghe, creando le giuste circostanze per i cavalli , che a loro volta creano migliori circostanze per conigli o oche.
Ad esempio, la reintroduzione dei cavalli Przewalski in Mongolia ha creato le giuste circostanze per i cervi rossi per ri-colonizzare l’area in modo naturale. I castori che costruiscono dighe creano nuovi stagni, attirando alci e cervi, e quando una diga crolla, lo stagno drena, attirando il bestiame selvatico. Ricreare il pascolo naturale non significa reintrodurre una sola specie. Il processo di pascolo naturale riguarda tutte le specie.
Perchè i cavalli selvaggi in Europa si estinsero?
Dobbiamo sempre ricordare che le interazioni con i cavalli, prima che gli esseri umani instaurassero collaborazioni, erano quelle tra predatore e preda. I cavalli erano la principale fonte di cibo per gli umani. In Europa, Asia e Nord America i cacciatori dell’era glaciale cacciavano i cavalli con lance e li macellavano per cibo. In Francia e in Spagna, immagini degli antenati del nostro cavallo domestico adornano le caverne dei primi cacciatori, risalenti alla tarda era glaciale, circa 12.000-30.000 anni fa. Molti siti preistorici contengono le prove che la carne di cavallo era una fonte di cibo principale. Anche durante il periodo pre-agricolo, gli ecosistemi semi-aperti non erano supportati dal bestiame umano, ma da un gran numero di animali selvatici. Specie come l’uro, il cavallo selvatico, il bisonte europeo, la saiga, l’asino selvatico e il cervo, tutti hanno avuto il loro impatto sull’ambiente circostante. Con l’invasione umana, i cavalli selvaggi e gli uro erano in forte competizione con gli umani. Vivevano esattamente nello stesso posto dove gli umani volevano tenere il loro bestiame o coltivare il loro raccolto, e così i cavalli selvaggi e gli uro venivano addomesticati o sterminati.
I cavalli selvaggi in Europa attualmente sono reintrodotti nel Delta del Danubio, nei Monti Rodopi della Bulgaria, nei Monti Velebit della Croazia e nell’Iberia occidentale. In Italia stiamo lavorando in due siti di cavalli selvaggi/selvatici che necessitano di protezione da eliminazioni o azioni di errata gestione (uno in Liguria e uno in Toscana).
Negli Stati Uniti invece i cavalli selvaggi vengono rimossi costantemente ogni anno. Gli Stati Uniti arriveranno ad un punto in cui dovranno reintrodurre il cavallo come un importante erbivoro delle pianure? O sarà troppo tardi?
Una soluzione di compromesso può essere il giro di vite. Ma prima dobbiamo instillare la mentalità che la coesistenza tra diverse specie (umana inclusa) è possibile. L’intervento umano deve essere sempre minimo senza alcun abbattimento o rimozione. Questo manterrà una crescita naturale della biodiversità e allo stesso tempo una stabilizzazione della popolazione della fauna selvatica Inoltre, ricostruire e proteggere un ecosistema in cui fanno parte cavalli selvaggi può essere un’opportunità per creare o arricchire siti di eco-turismo. Dal punto di vista dell’eco-turismo, è molto più interessante osservare cavalli e bovini rinselvatichiti con tutto il loro naturale comportamento sociale, che non il bestiame domestico.
Con questi due punti principali in mente, la salvaguardia e il rewilding sono la soluzione. Entrambi sono possibili ma solo con un piano di gestione strategico e professionale che crea e mantiene equilibrio nell’ecosistema.
Stay Wild, Stat Smart!
Elena Bajona
15 Gennaio 2021
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