Reiki, un prezioso supporto per la salute dei cavalli (e non solo)

di Elisa Munafò

Ogni animale, selvatico o domestico, è per natura predisposto a stare nel flusso degli eventi che accadono “qui e ora”, sia dentro di sé che nell’ambiente circostante. Questa competenza è valida anche per i cuccioli di essere umano, prima che strati e strati di pensiero razionale li allontanino dal proprio istinto naturale di mammiferi. Ciononostante è possibile, oltre che auspicabile, coltivare questa consapevolezza. In che modo?

Un insegnamento prezioso ci è stato tramandato dal maestro Mikao Usui, che visse in Giappone tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del ‘900. Nel suo percorso di ricerca e crescita spirituale, Usui comprese che esiste un’unica energia che accomuna ogni essere vivente e sperimentò su di sé che avere accesso a questa fonte inesauribile di energia universale portava benessere e risanamento. Decise così di definire e tramandare i principi di un sistema di guarigione naturale a cui diede il nome di Reiki, che significa letteralmente “Energia di Vita Universale”, con la speranza che sempre più persone potessero beneficiarne. Una rete di maestri e di loro discendenti ha diffuso i suoi insegnamenti fino ai giorni nostri e, per quanto diverse scuole si siano ramificate nel tempo con differenze più o meno marcate, la radice del Reiki resta comune.

Per farsi un’idea, possiamo definire la disciplina del Reiki come una forma di meditazione che si apprende da un maestro (o maestra) e si pratica dapprima su se stessi, per il proprio equilibrio fisico, mentale, emotivo e spirituale, e in seguito a favore di altri esseri viventi aperti a riceverla.

Per le persone, in una tipica sessione di Reiki il praticante appoggia gentilmente (o avvicina soltanto) le proprie mani su varie parti del corpo di chi riceve il trattamento, come un massaggio in cui però si resta vestiti e le mani dell’operatore rimangono ferme più a lungo in un punto prima di spostarsi. Questo lavoro non soltanto porta benessere ma è anche particolarmente prezioso quando ci relazioniamo con qualcuno che ha bisogno di aiuto, animali inclusi: per accompagnarli lungo il percorso dell’equilibrio psicofisico è importante aver esplorato quella strada in prima persona.

Quando offro Reiki agli animali, domestici o selvatici, tengo conto della loro alta sensibilità e mi pongo con un atteggiamento pacifico, consapevole del mio stato d’animo e priva di maschere; in questo modo porto uno spazio invisibile di pace in cui sentirsi al sicuro e lascio agli animali la libertà di scegliere se e come partecipare all’esperienza.

I cavalli spesso accettano intuitivamente l’invito a entrare in questa “bolla energetica” priva di richieste o aspettative, e dimostrano di apprezzarla perlopiù con segnali di rilassamento; ad esempio abbassano la testa, socchiudono gli occhi, masticano, si leccano le labbra, sbadigliano, sospirano e così via. È capitato che alcuni mi si sdraiassero accanto, altri si sono letteralmente appoggiati a me, altri ancora hanno indicato con il muso una zona del loro corpo in cui avevano dolore o si sono posizionati vicino alle mie mani per chiedere contatto fisico in quel punto. Una volta, in un pascolo, uno di loro dopo un po’ si è allontanato, è andato dai compagni di branco che stavano in disparte e li ha incoraggiati a spostarsi verso di me (in pratica ha lasciato una buona recensione…).  Altri invece scelgono di restare distanti, ma non sono per questo meno connessi. Tra i cavalli con cui fino ad oggi ho condiviso l’esperienza del Reiki, noto che, superata l’eventuale diffidenza iniziale, chi ha storie di traumi psicofisici si abbandona maggiormente al piacere di una sessione, come se trovasse un rifugio in cui dare sollievo alle proprie ferite.

I benefici del Reiki per i cavalli, così come per gli altri animali, sono molteplici: come rimedio olistico complementare è privo di controindicazioni, non invasivo e utile a supportare ogni percorso terapeutico e di recupero. È insomma un partner che collabora senza antagonismi con le altre discipline e professionalità, mediche e non, remando a favore del benessere dell’individuo. Reiki concorre al mantenimento della salute e può accelerare il processo di guarigione da infortuni e patologie, supportare la convalescenza dopo interventi e terapie invasive, dare sollievo dal dolore sia acuto che cronico e accompagnare eventi importanti come la gravidanza, la nascita, i trasferimenti o la perdita di un compagno. Quando arriva il momento, Reiki può anche rendere più fluida la naturale transizione dalla vita alla morte. Poiché supporta l’equilibrio energetico dell’organismo, lavora anche a livello emotivo e, di conseguenza, comportamentale.

Ma al di là delle parole e delle teorie, Reiki è una pratica, un’esperienza da vivere in prima persona, per sé e per i propri animali. Concedersi il beneficio di provarlo, con un praticante che ispira fiducia, è il modo migliore per scoprire se percorrere la strada che oltre un secolo fa il Maestro Mikao Usui ha illuminato per noi.


Elisa Munafò (Valenza, 1981) ha iniziato a praticare Reiki nel 2012, nell’ambito di un percorso di crescita personale che include anche meditazione Vipassana, yoga e floriterapia. Nel 2016 ha ricevuto il secondo livello di Reiki Usui Shiki Ryoho dalla maestra Lida Perry (The Reiki Alliance) e successivamente, spinta dall’amore per gli animali, ha approfondito le peculiarità dell’Animal Reiki grazie all’incontro con Natasha Albeer (Natural With Horses, UK) e con Kathleen Prasad (Animal Reiki Source, USA), fondatrice del metodo Let Animals Lead®. Fa parte di SARA Shelters Animal Reiki Association, i cui volontari offrono Reiki come supporto complementare alla cura di animali in difficoltà collaborando con veterinari e strutture d’accoglienza quali rifugi, canili e centri di recupero. Attualmente vive a Roma.

Contatti: reiki@animantia.it – FB: Reiki per gli animali