Anima Cavallo

di Elena Bajona

Quando si parla di cavalli problematici, per la maggior parte dei casi, si intende animali che hanno perso completamente la fiducia nella nostra specie e che si ritrovano con lo Spirito a pezzi. Le risposte che riceviamo come conseguenza a ciò possono essere molteplici e variegate: dall’aggressività all’autolesionismo oppure dalla lobotomizzazione all’apatia, spesso confusa con il rilassamento.

Gli stessi cavalli selvaggi, con i quali ho vissuto per diversi anni, hanno le stesse tipiche reazioni anche se con tempistiche completamente diverse. Un cavallo selvaggio catturato in malo modo e confinato in uno spazio ristretto per anni può anche non riprendersi mai più. Il suo Spirito non ritorna più, la sua vita per lui non ha più un senso. Incontrare la loro disperazione mi ha segnato nel profondo, ma questo vale un articolo a sé.

Problem Solving - Animantia Circa i nostri cavalli domestici invece, essendo abituati con l’uomo da secoli, si sono certamente evoluti per trovare vari escamotages di sopravvivenza.

In entrambi i casi, curarli, o meglio curare la loro Anima, è arduo compito. Non bastano trucchetti o metodologie fine a sé stesse. Ci vuole un’approfondita conoscenza della mente del cavallo, dei suoi sottili moti e di come rapidamente si evolve o involve in base all’ambiente in cui cresce e vive nel tempo.

I veri amanti dei cavalli sanno bene che ognuno di questi magnifici animali è un individuo con la propria personalità e esperienze di vita. Tuttavia, tanti sviluppano problemi comportamentali, spesso derivanti da esperienze traumatiche o difficoltà nella loro storia. Ma nessun cavallo è inguaribile ed ognuno di loro può superare molto rapidamente traumi, incomprensioni o abusi.

Le principali cause dei problemi, più o meno gravi, che i cavalli ci dimostrano, sia a livello fisico che psichico, sono dovuti principalmente ad una gestione non corretta.

Una gestione che non prende in serio esame le necessità di specie. Necessità quali spazio, luce e aria, nutrizione, movimento, socializzazione e anche tempistiche nell’apprendimento. Tutto parte da qui.

Tanti sono gli approcci innovativi che si possono attuare nella risoluzione delle più variegate problematiche. In ogni caso consiglio sempre di approcciarsi con una visione di insieme. Molto spesso un problema fisico è causato da un problema psicologico e viceversa, un problema psicologico può causare un problema fisico che all’inizio può essere sopito ma che a lungo andare può esplodere in qualcosa di irreversibile. Ecco perché una stretta collaborazione con esperti veterinari che si prendono cura del fisico è sempre inclusa da parte mia.

Il mio approccio combina diversi fattori quali la terapia comportamentale e cognitiva, la psicotraumatologia, con l’integrazione di componenti psicologiche e neurobiologiche, insieme a metodi terapeutici come la psicoterapia sensoriale, la consapevolezza equina e la terapia incentrata sulla compassione. Integrare queste conoscenze mi consente di creare programmi terapeutici personalizzati per ogni individuo.

Tutto però viene coadiuvato da una estrema sensibilità ad interpretare i moti dell’Anima che il cavallo a volte può anche non esprimere. Infatti spesso problemi anche seri sono invisibili dal punto di vista comportamentale e possono poi sfociare in problematiche fisiche importanti.

L’approccio empatico e paziente è fondamentale per stabilire la fiducia e promuovere la guarigione. Per interagire con il cavallo problematico bisogna essere presenti, in ascolto e sapere lavorare sulla sua energia scomposta. Poco importa conoscere qual è stato il motivo scatenante della sua rovina poiché solitamente si tratta di abusi avvenuti durante il periodo giovanile, dove l’innocenza è facilmente manipolabile.

Fondamentale per me è basare l’approccio risolutivo su un’approfondita conoscenza della natura del cavallo, del suo essere cavallo senza alcuna interferenza con l’uomo. Per capire chi è e per risolvere dunque qualsiasi problema psicologico ci vuole una visione di insieme e qui entra in gioco l’etologia applicata e la psicologia.

Spessissimo mi interfaccio con realtà dove i cavalli vengono interpretati con una mentalità troppo umana, dove il controllo è principe.  Si ipotizzano e interpretano fatti e avvenimenti con mente umana.  Ma la mente umana è completante diversa, non possiamo farla entrare troppo in gioco. Inoltre, anche le terapie basate sui condizionamenti sono solo deviazioni superficiali che non scavano in profondità. In apparenza vedi dei risultati sì, ma non durano a lungo poiché qualsiasi meccanicismo prolunga o anche cancella ogni tipo di guarigione.

Anche l’abbandonare l’animale in branco… senza nessun tipo di sostegno da parte nostra può essere controproducente. I traumi non si risolvono da soli e a volte esorcizzarli tramite la nostra presenza aiuta il cavallo a superarli in grande fretta.

Per me il cavallo deve potersi esprimere, sempre. Nei momenti felici così come nei momenti bui, tristi o di profonda angoscia, senza giudizio e senza volontà di zittirli o di “correggerli”, perché nessuna emozione è sbagliata.

Ecco allora che la cura dei cavalli problematici parte dalla gestione e nella gestione ritorna: per loro, come per ogni cavallo, serve creare un contesto completo e reale per il benessere equino. Medicine non convenzionali come l’agopuntura, la tuttora poco conosciuta Ayurveda, ma anche i massaggi, il Reiki e altri rimedi naturali possono essere un grande acceleratore e un sostegno gentile al processo di guarigione a tutti i livelli: fisico, mentale e spirituale.

Solo con pazienza, empatia e competenza, è possibile aiutare qualsiasi cavallo a superare tutto, promuovendo una vita più felice e in equilibrio con il mondo umano.

 

Stay Smart, Stay Wild!

Elena Bajona

Dicembre 2023